Archivio per mese: Agosto 2014

Il solstizio d’estate

Noi uomini moderni, figli del sapere scientifico, siamo abituati a considerare i fenomeni celesti come processi oggettivi, affatto indipendenti dal nostro volere. La natura, in generale, è considerata una totalità retta da leggi proprie, su cui la mente umana, con i suoi pensieri e desiderî, non può influire in alcun modo. Gli uomini primitivi e i cosiddetti “selvaggi”, per contro, confidano di poter condizionare tramite culti e riti magici la natura, la quale, alla stregua di un essere vivente, reagirebbe alle loro sollecitazioni, ora mostrandosi accondiscendente, ora invece ostile e beffarda. Il solstizio d’estate, il giorno più lungo e radioso dell’anno, oggetto di culti e riti presso le popolazioni più svariate, offre la riprova di ciò. Il giorno che astronomicamente segna l’inizio dell’estate, per i primitivi e per gli antichi rappresentava il principio del declino della natura, la quale progressivamente affievoliva il suo vigore, scendendo via via nel crepuscolo invernale. Di qui l’angoscia dei nostri avi, i quali erano portati a temere, di anno in anno, che il sole avrebbe potuto spegnersi e il grembo della natura isterilirsi. Depurate dei loro aspetti di magismo, tali credenze hanno quindi mutato il loro volto, sono state accolte nella religione cristiana, e tuttora ne scorgiamo le tracce nel folklore, nella letteratura e nell’arte, nelle produzioni del pensiero.

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