Incauti apologeti dell’università italiana

Per chi non lo sapesse, Anvur è un acronimo che sta per Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca: un ente di diritto pubblico, il cui compito è di accertare, sulla base di criteri comparativi e statistici, l’effettivo rendimento degli atenei d’Italia sul piano della ricerca scientifica, della didattica e dell’organizzazione. Quale sia la condizione in cui versano le nostre università, è tristemente noto a chiunque ne abbia avuta qualche esperienza dall’interno. Cronica carenza di fondi e sistematica assenza di dialogo fra professori e ricercatori e fra coloro che a vario titolo vi insegnano e gli studenti, i quali si ritrovano abbandonati a se stessi dall’inizio alla fine del loro itinerario di studi; metodi di selezione e promozione del personale docente (e, mi dicono, talora anche amministrativo) che pervicacemente rifuggono da criteri di trasparenza, imparzialità e meritocrazia; mentalità e atteggiamenti in cui il peggio della vecchia pubblica amministrazione sposa una sorta di feudalesimo ritornato, con tanto di baronie e vassallaggi, intrighi da sagrestia, gerarchie invalicabili e differenze di rango rimarcate a ogni piè sospinto.

Scarica l’articolo completo

facebooktwittermail

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *